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Un presente che è già futuro

Posted on giu 21, 2020 by in Opere in concorso | 0 comments

Un presente che è già futuro
di Marzio Dall’Acqua

“Tutto ciò che è umano è patetico.
La segreta fonte dell’Umorismo stesso non è la gioia, ma il dolore.
Non c’è umorismo in paradiso.”

Mark Twain

Quasi “profetico” il tema proposto per questo 2020 ai maestri di grafica umoristica partecipanti alla quinta edizione dei “World Humor Awards”, che il tema dell’”acqua”, risorsa fondamentale dell’esistenza di cui sempre più a livello globale ci si rende conto che si tratta, per quanto riguarda quella “dolce” e “potabile”, indispensabile per l’esistenza in vita dell’intero sistema biologico del pianeta, di un bene ad esaurimento rapido e fragile, è stato ampliato al fatto che essa sia “fonte di salute”, frase in cui il termine è inteso nel senso più lato possibile, come “salvezza”, ma anche come “sanità” sia come buona condizione psicofisica, sia per definire la qualità della stessa condizione, sia per alludere ai sapere e ai sistemi sociali attivati per garantire la sanità individuale e pubblica. Proprio la pandemia di Covid 19 ha dato al nostro concorso una svolta ed una dimensione diversa, attualizzandone in altra chiave le suggestioni, i suggerimenti e il campo di ispirazione. Come se non bastasse la situazione drammatica iniziale, quella che ci costringe ogni giorno a confrontarci ed a interrogarci sul riscaldamento globale, sulle mutazioni del clima, sulla perdita di specie viventi di flora e fauna, sulle reazioni apocalittiche di una natura che sembra ribellarsi. Ora sappiamo che un altro pericolo, collegato e derivante dal primo, cioè dal clima, ci minaccia: lo scatenamento di virus che coinvolgono uomini ed animali, agenti patogeni che escono dalle foreste che stanno sempre più riducendosi, che invadono un mondo che non ha saputo

creare frontiere per fermarli, mentre barriere sono continuamente erette, mentali, politiche, ideologiche, economiche e quant’altro mai può servire per dividere e frammentare un’umanità allo sbando e sotto attacco. Il Covid 19, come la Morte rossa del romanzo di Edgar Allan Poe con la sua maschera si insinua dovunque beffardo, come in una partita medievale, giocando a dati vita e morte.Di questo ampliamento del tema, imprevisto, hanno tenuto conto molti artisti, partecipando al concorso 2020. Nessuno dei quali ha chiuso gli occhi di fronte ai problemi gravissimi dell’oggi, nessuno si è rifugiato in un facile ottimismo satirico tradizionale, che cerca il sorriso ammiccante e coinvolgente. Qui l’ironia, la battuta, l’irrisione, la parodia sono colpi di frusta spesso cinici, altre volte sarcastici, assurdi fino al surreale nel voler ribaltare il nostro quotidiano modo di vedere, taglienti come lame affilate, ma anche crudi nel riassumere un presente che è già futuro, con la coscienza che l’uomo difficilmente può andare contro la sua natura aggressiva ed egoista, vincere il suo individualismo, per cui in alcuni cartoon vediamo l’estremo atto di menefreghismo, pensando di potersi salvare da soli in un disastro che è globale e non riguarda solo il singolo individuo. Altri riguardano il nostro nascere nell’acqua e rinascere ogni giorno dall’acqua. L’ULTIMA GOCCIA è una delle immagini più impressionanti che ritorna in una bellezza totale che contrasta con l’arsura all’intorno, con la terra crettata. La quotidianità diventa assurda di

fronte alla mancanza d’acqua, segno di contraddizione tra quello che siamo e il destino che incombe su noi tutti. Il Cielo stesso è impotente, incapace di salvare chi soltanto si aiuta da solo. Compaiono sia Dio che san Pietro su nuvole di cartone, da opera. C’è anche l’irridente certezza che sia inutile sognare fonti di giovinezza o salvezze tecnologiche con pompe gigantesche o impianti chilometrici.

Sono solo alcuni degli spunti di temi visivi tutti di grande pregnanza, mai forse così sconsolati ed insieme duri, allucinati e surreali per rappresentare un pericolo indicibile, di cui ormai si è coscienti, ma che insieme non sappiamo come realmente si manifesterà. Come del resto è avvenuto per questa pandemia, che sembra una mimesi del male a venire. Quasi ogni cartoon si presenta come l’erma di cui parla Luigi Pirandello: “L’umorismo è un fenomeno di sdoppiamento nell’atto della concezione; è come un’erma bifronte, che ride per una faccia del pianto della faccia opposta.” Questa coscienza è comune a tutti i 260 grafici che hanno partecipato al concorso, che parlano una sola lingua, comune, di fatto a tutta l’umanità, per cui diventa vera la frase dello scrittore francese Marc Levy: “L’umorismo, che splendido modo per neutralizzare la realtà quando essa ci cade addosso.”

E questa apocalisse davvero ci sovrasta e, in equilibrio instabile, ci sta periclitante sopra la testa.

Parma, nel luglio della pandemia 2020

Marzio Dall’Acqua

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